Seguidores

quinta-feira, 30 de setembro de 2021

George Calligan



Naquele caminho, tinha um muro, umas Árvores e a minha querida companheira Lua, sempre esplendorosa …

Caminhar sem pressa para poder admirar …

Sonhar bem devagar,
para não acabar o sonho… 


sábado, 18 de setembro de 2021

Milano, trovata in manoscritto del 1340 una menzione dell'America 150 anni prima di Colombo

Milano, trovata in manoscritto del 1340 una menzione dell'America 150 anni prima di Colombo




 Un gruppo di ricerca dell’Università di Milano ha trovato, in un manoscritto milanese di Galvano Fiamma del 1340 circa, una menzione dell’America, dunque ben 150 prima della “scoperta” di Cristoforo Colombo. 

Clamorosa scoperta di un gruppo di lavoro dell’Università Statale di Milano guidato dal professor Paolo Chiesa, ordinario di filologia mediolatina e filologia umanistica presso l’ateneo lombardo. Il gruppo di ricerca ha infatti trovato, per la prima volta nella storia, una citazione dell’Americain area Mediterranea risalente a 150 prima della “scoperta” di Cristoforo Colombo. La menzione di una terra situata al di là dell’Atlantico è stata notata in un’opera inedita medievale, scritta dal domenicano Galvano Fiamma (Milano, 1283 - 1344) intorno al 1340: la scoperta è nata all’interno di un progetto didattico della Statale di Milano, cui hanno collaborato numerosi studenti di Lettere, ed è stata pubblicata sulla rivista statunitense Terrae incognitae, dedicata alla storia delle esplorazioni, in un articolointitolato Marckalada. The first mention of America in the Mediterranean Area, firmato dal professor Chiesa.

Il continente americano, com’è noto, entrò nell’orbita delle conoscenze degli Europei con la spedizione di Cristoforo Colombo, del 1492, ma in realtà esplorazioni sulle coste settentrionali dell’Atlantico erano già state compiute nei secoli precedenti da navigator vichinghi, e hanno lasciato sporadiche tracce nei racconti semileggendari di alcune saghe norrene. La notizia dell’esistenza di terre al di là dell’Atlantico non era però mai stata documentata fino a questo momento fuori dalla Scandinavia. La ricerca presso la Statale, peraltro ancora in corso, dimostra ora che qualcosa se ne sapeva anche più a sud.




La menzione proviene proprio da Milano: si trova nella Cronica universalis del domenicano Galvano Fiamma, autore di varie cronache scritte nel periodo visconteo. All’interno di quest’opera, ancora inedita e oggetto di studio da parte del progetto, si trova il riferimento a una terra di nome “Marckalada”, certo da identificare con quella chiamata Markland nelle saghe norrene.

Questa la traduzione italiana del passaggio di Galvano, scritto originariamente in latino: "I marinai che percorrono i mari della Danimarca e della Norvegia dicono che oltre la Norvegia, verso settentrione, si trova l’Islanda. Più oltre c’è un isola detta Grolandia...; e ancora oltre, verso occidente, c’è una terra chiamata Marckalada. Gli abitanti del posto sono dei giganti: lì si trovano edifici di pietre così grosse che nessun uomo sarebbe in grado di metterle in posa, se non grandissimi giganti. Lì crescono alberi verdi e vivono moltissimi animali e uccelli. Però non c’è mai stato nessun marinaio che sia riuscito a sapere con certezza notizie su questa terra e sulle sue caratteristiche". È probabile che la notizia fosse giunta a Galvano da Genova, città con cui lo scrittore aveva contatti, e che i marinai di cui si parla siano navigatori genovesi che commerciavano con le regioni del nord. L’interesse della scoperta sta nel fatto che riapre una questione lungamente dibattuta, ma sulla quale non vi era nessuna documentazione: se a Genova, prima di Colombo, circolassero informazioni sull’esistenza di terre oltreatlantiche, e se una eventuale notizia, anche vaga, della loro esistenza avesse reso più accettabile il rischio della spedizione del 1492.

“La menzione dell’America”, spiega Paolo Chiesa, "è solo una delle sorprese che riserva la Cronica universalis di Galvano Fiamma, anche se probabilmente è la più clamorosa. Si tratta di un’opera inedita, sulla quale abbiamo costruito un progetto didattico cui hanno collaborato parecchi studenti con le loro tesi, dividendosi la trascrizione del manoscritto e la resa in pulito del testo. Gli studenti hanno imparato molto da questa esperienza, e hanno ora anche la soddisfazione di vedere che il loro lavoro ha un esito scientifico sorprendente".

La parte del manoscritto contenente la menzione dell’America è stata trascritta da Giulia Greco, ora dottoranda di ricerca presso l’Università di Trento, che racconta: "Il manoscritto è vergato in una scrittura gotica dell’Italia settentrionale, non sempre facile da decifrare. Oltre alla trascrizione della parte del testo che gli era assegnata, ogni studente doveva individuare le fonti impiegate da Galvano per le notizie contenute. Per la frase ’americana’, in particolare, non sono state individuate fonti libresche, e si deve perciò credere a Galvano quando dice che riportava informazioni orali".

La prossima tappa della ricerca è la pubblicazione dell’intera Cronica universalis. Questa parte del lavoro è coordinata da Federica Favero, assegnista di ricerca, che così la descrive: "Il manoscritto dell’opera si trova negli Stati Uniti, ed è di proprietà privata. È stato perciò necessario recarsi sul luogo: il proprietario ci ha autorizzati a fotografare l’intero codice, e abbiamo lavorato sulla base di queste fotografie. Si tratta ora di uniformare le trascrizioni prodotte dalle tesi a uno standard editoriale scientifico, di approfondire i punti oscuri rimasti e di corredare il testo del necessario commento; fatto questo, la Cronica universalis sarà a disposizione di tutti, come merita di essere".

Immagine: Autore sconosciuto, Planisfero di Cantino(1502; sei fogli di pergamena incollati, 1050 x 2200 mm; Modena, Biblioteca Estense)

Milano, trovata in manoscritto del 1340 una menzione dell'America 150 anni prima di Colombo
Milano, trovata in manoscritto del 1340 una menzione dell'America 150 anni prima di Colombo

segunda-feira, 13 de setembro de 2021

Murilo Moreira Veras



SERMÃO  DE  BRASÍLIA

 

                                    Murilo Moreira Veras

 

 

Governantes e governados,

vós que tendes fome e sede de justiça

— Ouvi-nos.

Por que na política de hoje

buscais nos atos e  fatos

a sentença de dois pesos 

e duas medidas,

quando o equânime é a garantia do perfeito 

equilíbrio da razão?

Não sabeis que a bondade, a sinceridade

devam ser perenes em vossos passos?

Que é com sabedoria que separamos o joio do trigo?

Que deveis misericórdia nas cortes de julgamentos?

Grandes e poderosos são os que apregoam

a ousadia da força — falaciosos e energúmenos

também o fazem.

Aplaudi os que na audácia das ações sabem perdoar,

da humildade se valer.

Em vez da vingança, da fúria,

a singeleza do poder.

Gesto de humildade não significa o arrego vil, 

fraqueza de caráter.

Ao contrário, é ato de grandeza, bravura interior.

Lembrai-vos do Sermão da Montanha em que o 

Mestre da Galileia nos ensina:

Bem-aventurados os misericordiosos, porque 

alcançarão a misericórdia.

Por que recorrer à força da razão em vez da 

razão da força, à medida do juízo em vez da 

fúria das paixões?

“O coração do sábio — reza o Eclesiastes —

está à sua direita; o coração do insensato 

à sua esquerda.

O que julgais ser fraqueza na luta, retroceder 

simboliza bom senso, trégua de esperança,

O lutador nem sempre é o vingador, mas o

mediador sensato na refrega.

A política é à busca da justa polis, dir-vos-ei,

 

senhores da guerra.

Vence na vida, quem vence o medo e a morte.

Caminhai sempre para frente e a confiança vos

acompanhará”

Urge que penseis o que é ser justo neste rincão de

dores e sofreres.

Tristeza nunca é o melhor caminho à vereda da salvação

— um gesto de brandura vale mais que a fúria da 

paixão.

A imperfeição não se exime na mais lídima das perfeições.

A fúria suaviza-se com a compaixão, a emoção mesmo

desabrida, com a compreensão.

Reinar é governar a polis, saber servir sobretudo,

não significa leniência, covardia, traição.

Governar é conduzir com sapiência  

contradita dos contrários às lides conjunturais.

Gerir os adversos — a sabedoria do sábio Rei.

Ó juízes dos códices, e dos acórdãos,

acaso vestis a manta dos fariseus dos templos

esquecestes que a ética e  a moral suavizam

a rigidez do código de Hamurabi?

Dizei Ecce Homo — este é o homem das incertezas

e desenganos.

Eu vos direi, à voz da razão.

É um homem, um simples viajor do tempo

que ousou tomar as rédeas deste ainda efêmero evoluir 

de nossas plagas verde-amarelas.

Com seus debacles, sofridos e havidos

erráticos rivais dificultam-lhe os passos, devido 

o fanatismo ideológico, os compadrios.

Ecce Homo — sim, mas capaz de gesto de grandeza, magnânimo,

como foi este: Paz em benefício da Nação!

                                                                    Bsb, 12.09.21  

terça-feira, 7 de setembro de 2021

Fuji


📸Takashi Photography 
Mt Fuji 
 Blue hour before dawn


Grande Felicidade 
poder apreciar uma foto lindíssima…

Poder enxergar …
Poder Sonhar …
Poder viajar para longe …
Bem longe …

A Vida nem sempre concorda conosco …

Muitas vezes precisamos lutar com afinco para termos um lugar ao Sol …